Chiesa dei SS. Quirino e Giulietta
Faller
L’edificio sacro è di antica origine, per la sua importanza forse indipendente dalla Pieve di Servo. Nel Cinquecento era in parte affrescato e vi si conservava l’Eucarestia e al centro dell’aula era presente una vasca battesimale, caratteristica di particolare rilievo. A questo periodo risale l’acquasantiera (1513).
La chiesa fu ricostruita e ampliata nel 1630, come ricorda l’iscrizione scolpita sull'architrave del portale maggiore.
Nella seconda metà del Settecento venne eretto, con pietre provenienti dalla cava di Pedesalto, l’altare di S. Antonio da Padova (1755). Nel 1790 furono realizzati il coro e la sagrestia, su disegno di Francesco Menegazzo da Caupo, assieme al nuovo altare maggiore in finto marmo. Nel 1805 vennero costruite le cappelle di S. Isidoro e di S. Antonio da Padova. Successivamente all'epidemia di colera del 1836 fu aggiunta la cappella di S. Filomena, con statua in cera della patrona custodita in una teca di vetro. La chiesa venne infine ampliata tra il 1858 (data incisa sull'architrave del por-tale) ed il 1862, demolendo la vecchia facciata e innalzando l’attuale, realizzando la cappella della Madonna dove fu sistemato il Battistero, inserendo pulpito ed orchestra lignei e un nuovo cornicione sostenuto da lesene alle pareti. Nel 1862 il vescovo Renier consacrò la chiesa.
Nel 1874 venne costruito il nuovo campanile su progetto dell'Ing. Rossi di Feltre. L’orologio vi fu aggiunto nel 1884, sostituito con un meccanismo moderno nel 1978.
A navata unica, la chiesa ha 5 altari in muratura di ordine classico, i quattro laterali sono sistemati in cappelle. Il maggiore, del 1746 con pregevole tabernacolo in pietra, ha una pala di ignoto raffigurante la Madonna del Rosario tra i Santi Domenico, Quirico e Giulitta. Sulla volta sovrastante in quattro medaglioni sono dipinti da buona mano i Padri della Chiesa. Il primo altare a sinistra ha una tela con S. Michele, S. Urbano e S. Isidoro del feltrino Egidio D'Antona (1805). Il secondo ha una statua della Madonna del Rosario di scuola gardenese (1952). Il primo a destra è l’altare di S. Filo-mena con tela rappresentante la Beata Vergine con Bambino tra i Santi Rocco e Sebastiano, di auto-re ignoto. Nel 1961 l’urna del 1837 è stata sostituita con l’attuale, aggiungendo una nuova mensa.
Dal soffitto pende un pregevole lampadario di vetro di Murano degli inizi del Novecento, mentre nella piccola sacrestia vi è un armadio ligneo sette-ottocentesco.